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John Mellencamp: “Mi hanno tagliato la testa a sei settimane”

Da neonato ha subito una rischiosa operazione che non lo ha fermato dagli eccessi giovanili
John Mellencamp: “Mi hanno tagliato la testa a sei settimane”

John Mellencamp ritiene di essere la persona più fortunata del mondo se ripensa al pericoloso intervento chirurgico a cui è stato sottoposto da bambino.

Il 71enne è nato con la forma più grave di spina bifida. La sua colonna vertebrale e il midollo spinale non erano completamente formati, una situazione potenzialmente fatale che può portare a problemi per tutta la vita per coloro che sopravvivono.

"Mi hanno tagliato la testa quando avevo sei settimane", dice Mellencamp a Esquireriferendosi all'intervento. “C'erano altri tre bambini che hanno subito la stessa operazione quel giorno e sono morti e io solo sono sopravvissuto. Una ragazza ce l'ha fatta per un po' e la vedevo alle partite di basket. Era paralizzata dal collo in giù. È morta quando aveva circa 13 anni."

Sebbene i suoi problemi di salute e questo intervento a cui si è sottoposto il suo stile di vita non è stato, sino a una certa età, perfettamente sano. "Mi piaceva prendermi a botte per strada", ha ammesso Mellencamp. “Non mi importava se vincevo o perdevo. Era l'adrenalina di combattere un altro maschio. Mi piaceva ubriacarmi, sballarmi un po', entrare in un bar e litigare con il ragazzo più grosso che potevo trovare.”

La situazione però è cambiata dopo un episodio, ovvero quando "un tipo mi ha picchiato così dannatamente forte che mi ha lasciato come uno straccio bagnato nel vicolo", ha ricordato Mellencamp. “La mattina dopo ero irriconoscibile a me stesso. Mi sono guardato allo specchio e ho detto: "John, le droghe e l'alcol non funzionano per te". Non ho mai bevuto niente, né fumato erba, né fatto uso di droghe da allora in poi. Avevo 21 anni."

Mellencamp dice che fuma ancora un pacchetto di sigarette al giorno, sostenendo che rimane “un ottimo fumatore”. Per quanto riguarda la sua dieta, Mellencamp ha detto: “Le persone cercheranno per giorni una TV a schermo piatto che stanno pensando di acquistare, s'informeranno. Faranno delle ricerche per comprare un'auto. Ma poi vanno al supermercato e si mettono in bocca qualunque dannata cosa stiano vendendo. Non gliene frega niente di cosa c'è dentro."

Forse a causa della sua storia ad accompagnarlo e favorirlo sua vita e carriera c’è sempre stata un forte forza di volontà, che dimostra quando racconta: “Se ascoltassi alcuni dei miei primi album, ti chiederesti: 'Perché hai continuato?' I miei primi dischi sono pessimi. I miei primi dipinti sono così brutti. Terribili. Ma ho continuato ad andare avanti”. Mellencamp inoltre confessa che odiava essere chiamato "John Cougar" dalla sua etichetta discografica, ma è arrivato a rendersi conto che questo lo aveva fatto "lavorare il doppio di quanto probabilmente avrei fatto" per evitare che quel nome travolgesse le sue ambizioni artistiche. 

Riferendosi al suo successo del 1982 “Jack & Diane”, ha aggiunto: “Negli anni '80 e '90, odiavo cantare la frase 'La vita continua, molto tempo dopo che il brivido di vivere se n'è andato.' Ora lo adoro. … Il mio obiettivo è arrivare a 80 anni. Questo mi dà ancora 10 anni di vita. Sai quanto velocemente passano 10 anni per me? Mi restano solo 10 estati... non così tanto."

 

Mellencamp ha anche dato la propria definizione di fortuna in base alle sue esperienze: “La fortuna è pensare di essere fortunato. Se pensi di essere fortunato, lo sei.”

 

 

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